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sabato 20 novembre 2021

COSE CHE NON TUTTI SANNO

 

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI LAVORATORI FRAGILI

Vorrei portare all’attenzione di più persone possibile, sopratutto quelle considerate “fragili”, l’articolo 26 comma 2 della “L.18/2020 decreto Cura Italia” che dice:

“2. Fino al 30 aprile ai lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, nonché ai lavoratori in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della medesima legge n. 104 del 1992, il periodo di assenza dal servizio prescritto dalle competenti autorità sanitarie, è equiparato al ricovero ospedaliero di cui all'articolo 19, comma 1, del decreto legge 2 marzo 2020, n. 9. “

Ovvero, per i possessori di 104 in gravità e i malati oncologici, immunodepressi e in terapia salvavita, con un certificato di fragilità rilasciato da un medico legale, la malattia è equiparata a ricovero ospedaliero, ovvero retribuita e non viene considerata nel computo dei giorni di malattia.

Questo articolo è stato prorogato al 31/12/2021 dall’articolo 2-ter della L.133/2021 come riportato anche dal comunicato INPS – messaggio N°3465 del 13/10/2021.

A quanto pare non è una cosa molto conosciuta, nemmeno tra i datori di lavoro, però è una legge dello Stato, quindi chi rientra in queste categorie o ha parenti/amici rientrano in queste categorie, anche se ci sarà un po’ da combattere, chiedete venga applicata la normativa.

giovedì 14 ottobre 2021

Un piccolo sfogo e Due spunti di riflessione

 Oggi volevo solo raccontarvi cosa ho visto

Sono le 15:00 

stamane dopo la fisioterapia 

sono uscita per andare da una psicologa.

Si, perché anche se sembri forte 

se ce la fai 

poi i momenti di crisi ci sono. 

E avere certi tipi di difficolta implica un grande lavoro su se stessi 

per trovare le risorse per risolvere i problemi 

- piccoli o grandi che siano - 

che si presentano ogni giorno. 


Dal jeans 

che con la protesi non entra 

le scarpe 

idem 

ai metodi alternativi per muoversi senza il piede 

gattonare 

saltellare 

camminare con le mani per terra... 


All'ennesimo certificato/documento medico che ti chiedono 

all'ennesimo ufficio nel quale ti devi presentare per mostrare il tuo nuovo Te 

alla patente speciale 

con relative implicazioni di carte, uffici etc. 

e mi fermo qui 

che la lista è lunga...


Queste cose 

tutte queste cose 

sono logoranti 

e diventa necessario un supporto psicologico 

per non impazzire


Ma oggi vorrei dirvi anche qualcos'altro:

Sono andata alla farmacia dell'ospedale 

per ritirare un farmaco ospedaliero 

e ho incontrato un signore. 

Ho notato che zoppicava

 e ho chiesto se avesse subito un'artrodesi al ginocchio

 e mi ha risposto che aveva 

una protesi transfemorale 

e che purtroppo zoppicava perché 

il SSN 

non passa il ginocchio elettronico 

che permetterebbe ai transfemorali 

di camminare bene 

e persino correre 

e che costa intorno alle 30.000€ 

e che 

addirittura 

aveva dovuto pagare 800€

per quella protesi.


Tornata a casa ho parlato con un mio amico in carrozzina 

che ha deciso di dare una svolta alla sua vita

 e prendere il diploma 

anche per migliorare la sua condizione lavorativa. 

Quando ho chiesto come fosse andata la prima lezione 

mi ha risposto che non è potuto andare in quanto 

la scuola non era accessibile.


Non essere accessibile vuol dire che 

non ha una rampa 

e un ascensore 

per chi ha queste difficoltà motorie.


Ora sono qui che rifletto. 

Mentre l'Italia 

applaude i para atleti 

questi meravigliosi ragazzi che fanno delle cose meravigliose 

io vi invito a riflettere su questi due punti:

  1. I paratleti stessi ammettono che senza sponsor non avrebbero potuto tornare a correre (la protesi sportiva può costare anche 70.000€)
  2. Nel 2021, in Italia, c'è chi non può andare a scuola perché è inaccessibile