Se c’è una cosa che mi infastidisce è quando diventi il tuo
“Problema”.
Quando vieni visto
solo perché hai un problema di salute.
E questo mi
infastidisce
perché so di non
essere solo quello. E perché io non sono “poverina”.
Io ho un problema,
come tantissime altre persone al mondo.
Perché i problemi
nella vita ci sono per tutti, più o meno complicati.
I problemi si
analizzano e si affrontano nel modo migliore. Perché questo fanno
gli adulti.
In tutti questi anni
non ho forse mai descritto le sensazioni che ho provato in seguito
alla caduta.
Un po’ perché
spesso si sfocia nel qualunquismo,
e ritengo non sia
banale
e un po’ perché
veramente alcune cose
se non le provi
non puoi capirle o
immaginarle.
Perché ogni persona
è diversa, e spesso neanche tu sai che tipo di emozioni stai
provando.
Ma ora forse ci ho
fatto i conti
Saltare da un
aereo è indescrivibile
e farsi male tanto
come me
anche.
Sono quei 5 secondi
che ti cambiano la vita.
Del tipo che non fai
in tempo a realizzare di aver fatto una cazzata
che è già troppo
tardi.
Frazioni di secondo.
Adrenalina.
Riapri gli occhi e
non sai che è successo
e realizzare è
complicato.
Le facce delle
persone attorno a te sono eloquenti.
Ma non istanti
che quello che io
chiamo “vedere il mondo a pancia in su”
può durare mesi.
E non immagini che
il peso delle lenzuola possa far male
o che si possa non
dormire per mesi
o che si possa
provare così tanto dolore da essere disposti a pregare per degli
antidolorifici.
Non immagini neanche
che cosa voglia dire
“dover rinunciare
a delle funzionalità”
dover rinunciare al
controllo completo sul tuo corpo.
Non sai cosa voglia
dire reinventarsi
imparare a fare le
stesse cose in modo diverso.
Un cambiamento così
drastico
che implica una
ristrutturazione della forma del pensiero
se vuoi
sopravvivere.
Perché poi ti trovi
di fronte ad un scelta,
“Vivo o
Non vivo”.
E io ho scelto di
vivere
facendo della mia
esperienza una grande lezione di vita.
Imparando a vivere
con quelle che i medici definiscono
Disabilità
ma che io chiamo
problemi
semplicemente
perché di fronte a
questa parola
le persone sembra
siano in difficoltà
o in imbarazzo.
Ma è solo una
parola
che non racchiude
l’essenza di una persona.
Può forse
descrivere delle caratteristiche
ma non è Tutto.
Ma sembra che questa
parola
offuschi il resto
che c’è in te.
Anche agli occhi di quelli
che una disabilità
la hanno.
Spesso son
stata rifiutata
dalla comunità
degli invalidi
perché:
“sei troppo
bella” “sembri un modella” “fai trapezio”.
E questo racchiude
tutto lo stigma che c’è dietro
i pregiudizi e le
paure delle persone.
E racchiude anche
ciò che ci si aspetta da una persona con un
“problema”.
Ci si aspetta una
persona
spezzata
depressa
dedita solo a
lamentarsi dei suoi guai.
Una cosa definita
invalidità
in realtà
racchiude solo una
condizione di fragilità fisica permanente
ma non tutto ciò
che sei.
Ed
“Essere Visto”
diventa più
difficile.
E tutti noi vogliamo
Essere Visti
perché l’amore è
Vedere.
Si potrebbe
tranquillamente sostituire
“ti Amo”
con
“ti Vedo”
direbbe la stessa
cosa.
E forse è
proprio questo che la parola
“invalidità”
o
“disabilità”
fa.
Ti allontana dalle
persone.
Perché in fondo poi
le persone hanno
paura.
Perché questa volta
è capitato a me
ma può capitare a
chiunque
in qualunque
momento...